martedì 8 settembre 2020

Un nuovo foglio bianco, un titolo senza titolo.

 Mi trovo nuovamente di fronte a questo foglio bianco.

Il post-it in fianco al mio letto stamattina mi ha ricordato che tra le prime cose che mi ero imposto di fare oggi c'era quella di scrivere qualche riga su questo blog. Un blog che viene costantemente ripreso per qualche giorno e lasciato lì a dormire per anni. 

A volte mi stupisco di come riesco a essere così incostante. 

Tempo fa, durante il lockdown discutevo con la mia ragazza del fatto che almeno una volta nella vita vorrei assaporare quella sensazione di prendere una cosa (un lavoro, un hobby, un interesse..qualsiasi cosa) e portarla fino in fondo. Assaporare il gusto di andare in profondità, raggiungere la "MASTERY" in qualcosa, il completo (o quasi) dominio di una materia, di un'abilità basata su un mio talento. 

Mi è sempre stato difficile mantenere vive l'attenzione e la concentrazione su qualcosa, tanto che spesso mi sono trovato a chiedermi se in realtà non soffra di qualche disturbo dell'attenzione. 

Mi sono spesso trovato a leggere le caratteristiche sintomatologiche di questo disturbo, e sono sempre rimasto colpito da quanto molti sintomi corrispondessero alla mia situazione. Tuttavia, fortunatamente non ho mai dato peso alla cosa, più che altro perché non intendo diventare un ipocondriaco. Non è per negare di avere un problema, è che ho sempre cercato una giustificazione alla mia irrequietezza e all'incapacità di tenere alto il focus su una sola cosa per il tempo necessario dicendo a me stesso che, forse, sono una persona particolare. Magari ho l'estro artistico, magari mi piace semplicemente esplorare cose sempre nuove, sempre diverse, magari sono uno che si annoia facilmente perchè ha costante bisogno di nuovi stimoli.

O magari non ho ancora ben chiaro quale sia il mio spazio nel mondo, nonostante in uno dei miei post precedenti sembrasse tutto così chiaro. 

Non è che oggi io non mi ritrovi più nelle mie stesse parole, anzi. Rileggendole ho come avuto l'impressione di essermi perduto un'altra volta. 

Per assurdo ogni volta che scrivo, su carta o su questo blog, le mie idee iniziano a chiarificarsi. E' come aprire una porta verso l'infinito del mio essere autentico, con la sua luce e la sua oscurità. Mi trovo a navigare nei miei stessi pensieri, solo, nella nebbia o a camminare nella melma delle mie personali "Paludi della Tristezza" come Atreyu, il protagonista del film "La storia infinita". Credo che quel film in fondo rappresenti una metafora dell'esistenza umana, nelle sue varie sfaccettature, nei suoi accadimenti e nelle sue diverse fasi... 

[Magari in uno dei prossimi post potrei approfondire la mia personale lettura di questo film..]

Comunque... sto divagando come al solito. D'altra parte sto scrivendo a braccio. Questa mattina non avevo le idee chiare sull'argomento. in realtà non sarebbe male utilizzare questo spazio che non viene letto da nessuno per condividere con me stesso i miei stessi pensieri, facendoli uscire liberi ogniqualvolta essi spingano per trovare una forma di espressione. Non ho più la mia chitarra e la mia batteria per mettere in musica le mie emozioni, e tutto quello che ho è un foglio di pergamena, una piuma di fenice, e un calamaio pieno di magiche fiamme roventi e purificatrici. 

Voglio riprendere questa avventura, che originariamente era nata come il luogo dove documentare il mio divenire, mettere nero su bianco le tappe della mia esistenza. In realtà molte delle tappe importanti sono rimaste al di fuori di queste pagine, perché, nel giorno che sfugge, la foga di mettere il timbro "Fine" a ogni giornata, come fosse un episodio di una serie infinita, è così forte da costringermi spesso a reprimere o nascondere i pensieri.

Credo che ricominciare a scrivere, totalmente a caso, senza un'idea precisa di cosa dire possa essere la chiave per iniziare a mettere in fila il vortice di pensieri che gira nella mia testa quotidianamente, e per trovare una mappa per muovermi all'interno di questo caos. Non voglio eliminarlo questo caos dentro. Voglio che sia un rifugio. un luogo dove trovare ispirazione, idee, connessioni, che mi aiutino a fare ordine fuori. Cogliere un filo di Arianna dentro di me, da seguire per arrivare alla verità nascosta, a chi sono io, al senso profondo della mia esistenza. 

Voglio iniziare ad esplorare strade nuove, nuovi bivi e nuove direzioni in questa strada che ho iniziato a tratteggiare e documentare anni fa. SPERIMENTARE. Abbracciare questo caos interiore, abbracciare la luce e l'oscurità, farmi guidare da esse in questo turbinio di eventi ed emozioni chiamato Vita. 

Questa sera a mente fredda rileggerò questo post scritto a braccio in una sorta di trance ipnotica che la scrittura spesso induce, e proverò a cercare il capo del Filo rosso che mi serve per iniziare a viaggiare nel labirinto, alla scoperta del mio Minotauro interiore, fatto dei demoni con cui prima o poi mi dovrò confrontare. 

Intanto proseguo nella TODO list che il mio post-it mi impone di seguire per quest'oggi. 

Scriveremo nuovamente la parola "Fine" al termine di questa giornata. Come sempre. Sempre nello stesso modo.