Trasportato dalle note di "Lucky Man" mi sento veramente un uomo fortunato. Fortunato perché sento di volermi veramente bene, di sentirmi vicino a me stesso. Corro, la voce elettronica mi dice che sto andando a circa 8 km/h. La rabbia da sfogare è tanta, e ogni metro percorso cura, purifica, cicatrizza, consolida. Ogni metro un obiettivo. Lo raggiungo, lo supero e penso già al successivo. E mi sento sempre più padrone della mia psiche. Recupero il controllo che forse negli ultimi tempi avevo perduto. Certo, una corsa non basta a diluire le tensioni di una settimana al lavoro passata nella solita gabbia, solo, staticamente davanti a uno schermo quadrato, tra carte e conti.
Ma una corsa è più che sufficiente a farti sentire ancora vivo.