martedì 6 novembre 2012

Imparare a disimparare

C'è sempre un momento in cui, nella vita ci fermiamo, e ci rendiamo conto che le certezze che col tempo abbiamo costruito attorno al nostro esistere quotidiano, sono solo strutture fragili, come fogli di carta, che sospinti da una folata improvvisa di vento, si librano nell'aria come foglie nell'aria autunnale.

Quel momento arriva, e così ti ritrovi a scrivere pagine di diario nel presente, e a leggere pagine passate, chiedendoti perché. Chiedendoti cosa ti abbia condotto fin qui, e se eri veramente tu che avevi scritto certe cose, o un altro tu, venuto da chissà quale mondo di chissà quale altra dimensione ignota.

Piano piano sto imparando che certezze non esistono, che in un certo senso, come predicava il Maestro Shunryu Suzuki Roshi, dovremmo un po' tutti iniziare a praticare lo "zen del gabinetto", svuotandoci costantemente di quello che abbiamo assimilato per essere sempre pronti a riempirci del nuovo.. Si, insomma, imparare a disimparare. A volte aiuta.. A non dare le cose per scontate, e a non lasciarci andare tra le braccia di idee o concezioni che abbiamo costruito su noi stessi, per crearci il nostro angolo di sicurezza.

Lo impari col tempo, quando ti rendi conto che il lavoro che credevi essere quello a cui aspiravi, in realtà non lo è, non perchè non ti piace, ma perchè non è come te lo aspettavi; oppure quando ti rendi conto di aver sempre detto "la mia ragazza deve essere così e cosà" "deve avere almeno questa età" e invece ti rendi conto di esserti follemente innamorato di chi non avresti mai immaginato, proprio nel momento in cui credevi di non volerti più innamorare.

Ed un po' alla volta mi rendo conto che non è il viaggio che affronto che sta cambiando la mia storia, ma è la storia degli eventi che sta cambiando il mio viaggio, facendo prendere alla mia Highway curve inaspettate, e, per certi aspetti, meravigliose.

giovedì 16 agosto 2012

Viaggi

Ho iniziato due viaggi nello stesso periodo.. Un viaggio di una settimana di vacanza, relax e mortori rombanti. E un viaggio di vita che in cuor mio spero possa durare in eterno..

martedì 7 agosto 2012

Plenilunio e riflessioni.

E mi trovo nuovamente qui, nel mio angolo.. Alla solita ora della giornata, dove l'oscurità della notte inoltrata, e il canto dei grilli creano quell'alchimia che predispone la mente alla meditazione.

Mi rilasso immerso nella morbidezza del materasso, lasciando che questa brezza fresca e umida di inizio agosto lambisca la mia pelle, e finalmente trovo lo stimolo di scrivere. Forse sarebbe meglio dormire, vista la mole di lavoro che mi aspetta domani, ma la mente non può che fermarsi a riflettere sul cambiamento, argomento che spesso ritorna tra queste righe.

È ancora il corso degli eventi a stupirmi, questo concatenarsi di fatti, persone, stagioni passate e futuri immaginari, e un presente che sento sempre più presente, vivo, con tutta la sua ricchezza e prorompenza. E in tutto questo evolvere, come in un film fa da sfondo sempre lei, la musica. Questa dea che ti prende, ti incatena, e soffia la passione nelle tue vene, la senti scorrere proprio li, attraverso lo stomaco, il cuore, penetra nel profondo di ogni cellula..

Una dea che a volte, nel incantare la vita con la sua magia, crea l'occasione.. L'incontro. Uno sguardo, un momento.. Un nome, una battuta e due risate, quasi imbarazzate. Un concorso, e i membri del mio gruppo con quell'aria sempre un po' sbiadita, ma che amano la musica come la amo io..

Compievo il mio lavoro, e tenendo il ritmo di Confortably Numb dei Pink Floyd, quasi scendevano delle lacrime, tanto era il dolore che quel giorno mi squarciava il petto. Gennaio. Pochi giorni dopo un addio, qualche settimana dopo il viaggio a Madrid.. Ma la Dea stava già seminando.. Qualche mese di tempo per raccogliere i miei cocci e ricominciare da zero, stavolta con una coscienza di me diversa, con obiettivi grandi e ambiziosi, e tempo che sembra non bastare mai.

Poi l'evento, la coincidenza, l'occasione che arriva, e mi coglie assolutamente impreparato. Un concerto in programma a una festa di paese.. Lo stesso gruppo, le stesse persone... E di nuovo lei. Accetto di buon grado, noncurante, desideroso solo di fare un bello spettacolo, buona musica e staccare un po' la spina. Ma qualcosa di inaspettato è alle porte.. Le prove, una volta, due, il concerto, e lei, quel sorriso, quegli occhi. Perchè non riesco a non guardarla? C'è qualcosa, e non capisco perchè proprio ora, proprio lei. La sua vicinanza mi confonde, mi piace.. Non riesco a fare a meno di questa aura di serenità che sembra circondarla.. La sensazione che ogni sguardo che ci scambiamo nasconda un silenzioso e timido dialogo: "come ti senti?" "strano.." "anche io.." stai provando anche tu le mie stesse emozioni?" "credo di si, ma non so che fare" "nemme..." puff.. Una pacca sulla mia spalla mi fa risvegliare da questo torpore. Tocca a noi.. Tutto quasi liscio, missione compiuta! Ora il dolce, un mojito (ok, erano due.. Più uno spritz.) quattro chiacchiere e tutti a casa.

Morale della favola? Tre giorni di ragionamenti sconfinati e poi.......la decisione: la voglio. Devo avere un contatto, ho bisogno di sentirla, vederla, sapere che quel sorriso è ancora li, per me.. E possiamo ancora parlarci in silenzio. Arriva il primo di una lunga serie di sms, e poi il primo di una serie di incontri.. E l'incantesimo si compie nuovamente, inaspettatamente.

Inaspettatamente la vita mi stupisce di nuovo, mi meraviglio e mi sento fortunato. Mi chiedo se sia normale, non ho nulla di cui lamentarmi. Nel mio piccolo ho assaporato cose che altri esseri umani pagherebbero oro probabilmente. E mi trovo tra le braccia un nuovo angelo, venuto per darmi una nuova serenità, lasciare altre tracce nel mio cuore, arricchirmi, arricchirsi. Fino a quando non si sa.. Forse il tempo, mio antagonista storico, in queste cose, in questa occasione, sarà solo un compagno discreto, e silenzioso.. Silenzioso come questa notte, come queste parole, silenzioso come un dialogo di sguardi, un abbraccio al chiaro di luna, o due mani che si cercano, e si stringono l'una all'altra...

domenica 1 luglio 2012

La nazione che trema...

Ebbene si i tremori ancora si sentono, a distanza di un mese da quando il primo sisma, di magnitudo superiore a 6 gradi della scala Richter ha fatto sciogliere come neve al sole i fabbricati di mezza Emilia Romagna. Ma questa volta non si tratta dei tremori dovuti alle scosse di assestamento. Sono i tremori di una nazione italiana che non sono più sicuro si possa ancora chiamare tale. Non sono nemmeno sicuro che esista ancora, e se esiste è una pseudo-nazione di cui sento di non far parte.

Una nazione che si sfalda sotto le scosse dell'indifferenza e dell'individualismo, guidata da una classe di Politici corrotti, immeritevoli, incapaci di creare anche solo senso di fiducia nella popolazione oltre che nei mercati finanziari.

Perchè ammettiamolo, in questo paese è l'individualismo a farla da padrone, quello degli imprenditori senza umanità che pretendono che lavori per loro con un contratto a progetto, o a chiamata, per pagarti (se ti pagano) una miseria, e avere pure da ridire se ti lamenti perchè con quello che guadagni non copri nemmeno le spese che per forza di cose devi comunque sostenere. O quelli che ti fanno aprire una partita iva,
e magari ti fanno pure promesse di una carriera professionale che poi si rivela inesistente, perchè tu sei per loro solo manodopera a basso costo.

L'italia è il paese di quelli che vogliono il tutto e subito, soldi, bella vita, successo. Dove la gente si indebita per comprare beni che anni fa sarebbero stati considerati di lusso solo per mostrare che "io ce l'ho". Dove non è importante tanto la compagnia, quanto il posto dove ci si trova, dove ogni motivo è buono per far sapere ai tuoi "amici" di Facebook in quale fottutissimo sudicio bagno di quale discoteca patinata e chic stai riversando il tuo vomito.

Viviamo in un paese che si sente unito e patriottico solo quando è l'ora di festeggiare le vittorie della nazionale di calcio, la festa della Repubblica, o celebrare i 150 anni di una unità che in 150 anni ha creato solo maggiore dis-unità, e di cui stento ancora a trovare un perchè. Chiamatemi cinico e anti italiano se volete, ma l'idea che mi sono fatto in 26 anni di vita è che non è l'Italia ad avere il cancro. È lei stessa il proprio cancro. Fortunatamente vivono ancora cellule di speranza, e capita sporadicamente che guardandomi intorno, guardando i gesti delle persone che mi circondano, conosciute e non, vedo altruismo, senso di sacrificio, desiderio di realizzarsi aiutando anche gli altri a fare lo stesso. Vedo persone che in un piccolo comune di provincia si adoperano per raccogliere fondi da inviare in Emilia, alla faccia di coloro che adottando la politica del dire invece che del fare, si impegnano solo mostrare in rete il loro falso moralismo e finto dispiacere, salvo poi rifiutarsi di partecipare attivamente anche solo con la propria presenza, a una serata di beneficienza.

Questa è l'idea che ho dell'Italia. Un luogo unito solo geopoliticamente, dove pochi gruppi di persone con un senso di umanità e comunità e con senso vero di appartenenza ancora vivo, si confrontano con una massa abnorme di individualisti ipocriti opportunisti avidi.
E le cose non cambieranno.

mercoledì 13 giugno 2012

Guardare indietro...

In un momento in cui la nostra Route 66 sembra proiettarci in avanti sempre di più, in un futuro sperato, una meta, una visione, un puzzle che sappiamo, un giorno sarà completo e di cui ora abbiamo solo pezzi sparsi tra le mani, in questo momento uno sguardo torna a rivolgersi al passato.

Un passato più o meno recente a seconda dell'umore e della percezione del momento.. Sei mesi esatti, che se ci penso sembrano volati, bruciati come un foglio di pergamena cosparso di combustibile. Sei mesi per pensare, riflettere, lavorare, studiare, curare le amicizie e le passioni, dormire poco la notte, correre tanto di giorno, cercando di riempire ogni singolo secondo della giornata, eppure.. Quel secondo ogni giorno rimane libero. Fisso quasi come un appuntamento quotidiano, in cui è LEI a popolare i miei pensieri, con quei suoi occhi grandi colore della speranza, quel sorriso vitale, lo sguardo energico e determinato di chi nella vita ha sofferto e ha reagito. E ha vinto. Di chi con successo e soddisfazione ha affrontato e continua ad affrontare le sfide della vita, i viaggi non solo in senso metaforico. Una di quelle persone che quando parlando loro pronunci la parola "esperienza", non solo la comprendono, ma la sentono, ne percepiscono l'aroma, il suono, il peso, la consistenza, l'essenza più profonda. Una perla di rara bellezza, di quelle bellezze quasi esotiche, il cui sorriso riesce a emozionarti almeno quanto ti strega lo spessore della sua personalità, con le sue mille sfumature, visibili e celate.

Insieme a lei ho vissuto in un paio di mesi emozioni che forse altri uomini non apprezzano nemmeno in una intera vita. Ho desiderato ardentemente che quella fiamma così candida e avvolgente, così confortante non si spegnesse.. E così è stato. E quando il distacco ha reso quella fiamma un fuoco doloroso e straziante, ho cercato di allontanare il pensiero, demonizzare quell'immagine, cercare colpe, trasformare la frustrazione in rabbia, ho provato a spegnere quella fiammella, ma nulla. E tutto sommato, a conti fatti ora ne sono pure contento. Ho capito che non ha senso questa volta chiudere vecchie emozioni in un baule, da aprire solo, forse, un domani, quando mio figlio o mia figlia mi chiederà come mi sono sentito la prima volta che ho assaporato l'Amore vero. E non sono nemmeno sicuro che le parole, mezzo artificiale partorito dalla mente umana razionale per comunicare, informare, coinvolgere, possano effettivamente spiegare il significato di ciò che ho sperimentato.

Nessun baule stavolta. Solo lucciole nella notte stellata, libere di volare qua e la, illuminandosi della bellezza e della poesia che sola può dare un senso alla nostra esistenza in questo immenso laboratorio chiamato Universo. Dove esseri umani intrecciano le loro vite continuamente come piccoli atomi, in costante movimento. Chi ha detto che sia vero Amore solo quello che tiene due persone legate da un vincolo fino alla fine dei loro giorni? Chi ha detto che per essere chiamato Amore debba per forza essere corrisposto?

Meglio lasciare che tutto ciò che è stato viva costantemente nel mio presente, permei la mia esistenza nel profondo, in ogni gesto quotidiano, perchè forse è vero, che per quanto esistano distanze fisiche, barriere anche mentali, un Amore nel suo stato più puro, una volta acceso, non si spegnerà mai più.

venerdì 27 aprile 2012

La ricerca...di cosa?



Un tema che ultimamente mi affascina, mi prende, è il momento dell'incontro. Incontro con persone nuove, la conoscenza e l'esplorazione di altre teste, altre idee, caratteri.. Incontro tra vecchi amici, vecchie fiamme, vecchi compagni di scuola, di giochi, di avventure, di storie sgangherate in bilico tra il demenziale, e l'alternativo.

Tutta l'attenzione, la concentrazione, tutti i sensi coinvolti nei momenti, negli attimi, nei gesti. Non mi sono mai goduto veramente il momento dell'incontro, e della condivisione di sé come in questo periodo. Forse perchè volente o no, le recenti vicissitudini sentimentali mi hanno portato forse ad essere più prudente. Evito accuratamente anche solo di immaginare come possano evolvere i miei rapporti sociali. Dunque quando non sono preso da me, e dai miei programmi a medio lungo termine mi godo il momento della condivisione come non mai. Mi vivo il qui ed ora con tutta la sua magnifica beltà.

Bello vedere che puoi trovare al solito bar due compagne di classe che non vedevi da anni e scoprire che siamo tutti cresciuti, ma è come se il tempo non fosse mai trascorso. Lo stesso modo di ridere, gli stessi atteggiamenti, gli stessi discorsi, stesse movenze, stessi occhi sinceri, stessi sorrisi che hanno mantenuto nel tempo la medesima dolcezza, e in qualche modo ti riescono ancora ad affascinare.

E passare qualche ora a parlare e sparlare di compagni svaniti nel nulla, delle compagne che hanno messo su famiglia con prole al seguito, di chi convive, di quelli che hanno un lavoro, un posto fisso (e stranamente, per citare l'amico Monti, non lo trovano monòtono).

Di chi, come il sottoscritto, vorrebbe di più, e si adopera senza sapere fino a che punto gli sforzi daranno dei risultati, per cercare di crearsi delle prospettive, e magari una via di fuga da questo paese eroso dalla corruzione e dal clientelismo..

Passato, presente e futuro
Credo che oggi le persone diano molto peso ai programmi, ai propri desideri individuali di serenità, ma in contropartita non riescano semplicemente a godere di ciò, e di coloro di cui la vita li circonda. Troppi pensieri, troppe congetture. Da quando l'uomo è divenuto così assurdamente ansioso? Da quando la vita deve per forza essere considerata un percorso a tappe fisse e stabilite? Prima la scuola dell'obbligo, poi l'università (che sempre più spesso diventa solo un modo per passare il tempo "visto che non lavoro" trascurando invece l'utilità professionale di una formazione più specializzata), e una volta terminati gli studi, un lavoro (se lo trovi), sposarsi, figli, mantenere una famiglia, invecchiare e morire. Non credo che vita sia solo questo. Non credo nemmeno che sposarsi sia necessario, in primis perchè abiuro ogni forma di ritualità religiosa, e non, soprattutto per quanto riguarda le questioni sentimentali, ma anche perchè al di la delle facilitazioni giuridiche conseguenti a una unione coniugale, non vedo come una unione "ufficiale" possa rendere un legame più sicuro e indissolubile. Preferisco pensare al matrimonio come lo descrivevano i Pooh, nella canzone "50 primavere", un dirsi sì davanti al piatto di ogni giorno.

Ricerca...
Non riesco nemmeno a comprendere l'ansiosità di certi uomini nel volere assolutamente trovare una compagna di vita, prima possibile, in fretta "perché ormai ho 30 anni e se non la trovo adesso non la trovo più". Ma chi lo ha detto? Dove sta scritto? C'è gente che l'amore vero non lo trova nemmeno a 50 anni! Sicché magari ti accontenti di una vita approssimativa con la prima che passa. Ho visto gente isolarsi e rovinare anche amicizie durature per questo. E ora che convivono sentono la mancanza della vita precedente. Tutto questo ha un senso? Prendetemi per ingenuo sognatore, ma credo che la persona giusta quando arriva tu lo sai, lo senti che è lei.. È una sorta di sesto senso, una sensazione viscerale che non sai spiegare, ma dopo due minuti che ci parli assieme hai già la certezza assoluta.. E potete anche reincontratvi dopo un anno in cui ognuno si è fatto i cazzi propri, ritrovarvi, in un pomeriggio di fine estate, e poter provare davanti a un cappuccino gli stessi sentimenti del primo incontro. Forse anche qualcosa in più.

Quindi perchè darsi tanta pena nel cercare la DONNA, la FUTURA MOGLIE, la FUTURA MADRE? In questo modo perdi di vista la bellezza di incontrare e conoscere PERSONE, CULTURE, SOGNI, IDEE. Perché ostinarsi a indagare nello sguardo e nelle parole delle persone ciò che potenzialmente possono divenire, trascurando invece ciò che sono, QUI ED ORA, uccidendo ogni possibilità di lasciarsi arricchire dalla scoperta del prossimo? Pensiamoci..

venerdì 20 aprile 2012

Brivido



… e il tocco della sua mano
in un solo infinito secondo,
con la sua magia,
distrusse ogni barriera,
ogni ostacolo,
ogni resistenza…

e restai li,
immerso in quell’attimo infinitesimo,
in cui dolcemente
avrei voluto annegare…

si, proprio a te
queste parole,
candida dea che sola
popoli la totalità dei miei pensieri,

solo a te, grazie
per quel brivido distruttivo
che arriva fin nel profondo,
oltre ogni immaginabile desiderio..

solo,
vagando in questo interminabile attimo,
sogno d’esser felice,
per te, di te, ….. con te…

sabato 24 marzo 2012

Running liberatorio, e lounge del venerdì


Corri. Corri. Corri, e corri ancora. Metro dopo metro, respiro dopo respiro, battito dopo battito, con l'adrenalina che scorre nelle vene, e la musica dei The Verve, che dopo 15 anni continuano a far sognare.

Trasportato dalle note di "Lucky Man" mi sento veramente un uomo fortunato. Fortunato perché sento di volermi veramente bene, di sentirmi vicino a me stesso. Corro, la voce elettronica mi dice che sto andando a circa 8 km/h. La rabbia da sfogare è tanta, e ogni metro percorso cura, purifica, cicatrizza, consolida. Ogni metro un obiettivo. Lo raggiungo, lo supero e penso già al successivo. E mi sento sempre più padrone della mia psiche. Recupero il controllo che forse negli ultimi tempi avevo perduto. Certo, una corsa non basta a diluire le tensioni di una settimana al lavoro passata nella solita gabbia, solo, staticamente davanti a uno schermo quadrato, tra carte e conti.


Ma una corsa è più che sufficiente a farti sentire ancora vivo.

venerdì 9 marzo 2012

Riposa


Tu,
che nel tuo dolce
e sopito sospirare,
viaggi volando
in universi incantati,
assorbi in un attimo
la dolcezza di un’eternità.

Riposi,
adagiata su petali di rose
le tue membra,
e in un pudico e casto silenzio
preservi il tuo spirito.

Oh, quale indimenticabile sogno,
quale esaltante bellezza,

quale irripetibile serenità…

Alba



Vedo dalla mia finestra
un’odissea di colori.

Nel cielo,
soffici nuvole
passeggiano insieme
illuminate dalla Stella.

Un tripudio di colori
si apre ai miei occhi:
dall’arancione, al rosso, al fucsia;
è l’alba.

I colori del cielo
risvegliano in me
una nuova vita;
la mia anima si espande.

La luce della vita
spacca le tenebre
e prorompe nel cielo
come un’immensa esplosione.

Il sole splendente
sale piano piano,
e la città tutta
si risveglia.

È l’inizio
di un nuovo giorno.

sabato 25 febbraio 2012

Chi va avanti.. E chi si ferma a metà del viaggio.

Error 404: page not found. Tipico messaggio di errore con cui i nostri browser spesso ci sorprendono quando stiamo cercando qualcosa in rete. Spesso magari quando ciò che cerchiamo è importante e urgente.

E spesso capita anche con le persone. L'incomprensione. La sensazione di parlare con qualcuno e capire che quello che cerchi di spiegargli è come una query di ricerca che nel suo cervello non trova riscontri. Not found.

Capita che una sera sei fuori con gli amici, e ad un certo punto è come se tutti i suoni intorno a te divenissero sfumati e si abbassassero di volume, e le persone che ti circondano si trasformassero in un'unica massa informe nella foschia. E una voce echeggia profonda nella testa: "ma cosa ci sto a fare qui?"

lunedì 13 febbraio 2012

Passato, Presente, Futuro..

Mi ritrovo nuovamente qui. In questo nuovo angolo di mondo, un mio angolo personale, la zona Kris, off-limits per chiunque, un po' come l'Area 51. Un paragone accettabile, si. E come nell'Area 51 qui mi occupo di nuove scoperte su di me, entro nel mio Io più profondo e nascosto, e indagando cerco di coglierne l'essenza, attraverso una ricerca direi quasi scientifica. Un luogo di mistero e di segreti celati al mondo, a chi mi conosce ma non mi conosce, agli ALTRI, questa massa, entità informe a cui è possibile solo dare un nome collettivo, in cui nessuno spicca o si distingue in qualche modo se non giusto un paio di individui selezionati, e speciali. I miei migliori amici.

martedì 7 febbraio 2012

Tutto comincia con una interruzione

Come da titolo, citazione tratta dalla prima pagina del libro "Mr. Gwyn" di Alessandro Baricco, letta giusto un paio di mesi fa, quando il corso degli eventi mi ha portato in una delle capitali più belle ed accoglienti d'Europa. Madrid. Ma non siamo qui per parlare del passato, bensì concentriamo l'attenzione sull'interruzione, ma soprattutto.. Sull'inizio.. Un nuovo inizio.

Tutto in questo blog parla di presente e futuro, di cambiamento, cammino, evoluzione..a partire dall'url: dustbowl66, passando per lo sfondo con la mitica e storica Highway 66.

Il Dust bowl è un disastro ecologico, accaduto attorno agli anni 30 negli U.S.A. e in Canada, consistito in tremende tempeste di polvere che si abbattevano sulle città, e che costrinsero in quegli anni centinaia di migliaia di americani, dal Texas, Oklahoma, Kansas, a fuggire verso Ovest in cerca di lavoro e fortuna.. Il dust bowl rappresenta metaforicamente il nostro punto di partenza.. La nostra interruzione. Una serie di sconvolgimenti che stravolgono il senso stesso delle cose, della vita, che portano inevitabilmente a fermarsi, e riflettere su certezze che credevamo di avere e che sembrano perdere corpo e sostanza, e sulla necessità di abbandonare le catene del pensiero, dimenticare.
I maestri Zen insegnano che per imparare la mente ha bisogno di essere pura, vuota.. Come un foglio bianco, per poterci scrivere sopra. E così decido di rimettere tutto, tutta la mia vita, tutte le mie certezze in discussione..e come gli Okies, vedo una strada.. La mia strada.. Una strada che forse farà la mia fortuna, forse no.. Non lo posso sapere come non potevano saperlo quegli americani che si avventurarono lungo le 2.347 miglia della U.S. Route 66, quella strada divenuta quasi leggenda, che da Chicago conduce a Los Angeles, attraversando da est a ovest metà degli Stati Uniti. Una strada così lunga, in alcuni punti tanto pericolosa da essere definita "strada della morte", che attraversa culture e paesaggi così diversi tra loro...quale metafora migliore se non questa per definire la vita che cambia continuamente, ma va sempre avanti?