venerdì 18 gennaio 2013

Coccole e caos

Poco fa, passando per il salotto, mi sono soffermato un attimo (cosa che ultimamente faccio davvero di rado) a guardare la pianta sopra il tavolinetto in vetro, una graziosa stella di Natale, dono tanto inaspettato quanto gradito e apprezzato da parte di persone conosciute da poco e già entrate nell'elite delle persone a cui tengo di più.

Questo momentaneo stop è stato come uno di quei flashback da film hollywoodiano, dove la visuale di quello che hai intorno si annebbia, e le immagini che seguono hanno quel color seppia o pesca (indistinguibile, mah..). Brevi fotogrammi di queste festività, che sento di non essermi goduto appieno, (preso come sono dallo studio del bilancio consolidato, e delle operazioni straordinarie, per il prossimo esame universitario), ma che nonostante ciò sono riuscite a farsi largo, dentro il mio petto e a lasciare un seme di felicità nel mio cuore. Mi rendo conto, se torno indietro con gli anni, di essermi perso qualche pezzo di me per strada, e di aver perso anche quel senso profondo di queste festività. Non ricordo nelle annate scorse, momenti in cui abbia respirato come quest'anno la gioia dello stare insieme, le piccolezze, le coccole quelle vere a chi vuoi veramente bene, non ricordo il profumo del pane fatto in casa, delle cene o dei pranzi allargati, forse l'ultimo Natale in cui abbia assaggiato una parte di queste cose è stato quello del 2007..

Mi chiedo se questo vuoto di 5 anni dipenda solo dal fatto che alcune delle sopracitate piccole gioie sono mancate, o anche dal fatto che l'Amore non permeava la mia esistenza come in questo periodo, oppure se in questo strappo di vita passata mi è mancato anche un pezzo di quello che ero prima, e che forse ho ritrovato nel corso del passato 2012.

Sicuramente qualcosa è cambiato. Non ho mai smesso di credere che per me il 2012 sarebbe stato (profezie a parte) un anno di transizione e di cambiamenti profondi, e a testimonianza, la nascita di questo blog conferma il mio sentore.

Trovatomi di fronte a un bivio (o un trivio, come mi piace chiamarlo), lo ho "imboccato" - citando le sagge parole del Prof. di strategia aziendale - e nel caos universale insito nel voler conciliare un lavoro dipendente part time, una "carriera" universitaria altrettanto part time, e un'attività libero-professionale da consulente, che a fatica inizia a dare qualche soddisfazione (per lo meno di ordine personale, ma non solo), ho iniziato a costruire dalle fondamenta il mio futuro.

Caos aggiunto al caos, quello interiore, di chi si è perso, per un po', o che per lo meno ha trascurato temporaneamente i propri punti di riferimento, lasciandosi anche andare tra le braccia di quelle frivolezze che stanno all'essere umano come un gomitolo di lana sta ad un piccolo felino.. Non so se mi sia servito, forse si, forse potevo farne a meno. A volte è solo turbando l'acqua calma che la sabbia sul fondale si muove, portando alla luce oggetti nascosti.

Per citare Henry Adams "il caos spesso genera la vita, laddove spesso l'ordine genera l'abitudine". E volendo aggiungere anche il consolante pensiero di Nietzsche "bisogna avere del caos dentro di sé per partorire una stella danzante", non posso che sperare che il susseguirsi degli eventi dia ragione a queste frasi.

Intanto mi accontento della soddisfazione di aver riscoperto vecchi valori, vecchie abitudini, e di quel calore che solo le coccole a Natale sanno dare.