mercoledì 7 novembre 2018

Diario di Digiuno - Giorno 1 - ventiquattresima ora dall'ultimo pasto

6 Novembre 2018.

Eccomi qua, di nuovo tra queste pagine.

Cronache di un percorso. Pagine che, da quando ho ripreso a sfogliare e rileggere e in cui sono tornato a meditare sui perché ed i per come del mondo e di me stesso, non ho più dimenticato.

In questi 2 mesetti di "astensione forzata" dalla scrittura, dovuti principalmente al dover gestire la coda lunga di attività lavorative legate alla "chiusura" del mio Studio professionale (magari ne parlerò in uno dei miei prossimi post), e anche ad un po' di quella sana pigrizia che fa parte di me, non ho mai perso la voglia di scrivere, come facevo una volta, mettendo nero su bianco le mie emozioni, i miei desideri, i miei sogni e le mie aspirazioni.

Il giorno favorevole alla ripresa di questa buona, vecchia abitudine è arrivato oggi, in concomitanza con l'inizio di un mio personalissimo esperimento, che spero sia il primo di molti altri, e che vorrei in futuro continuasse, con regolarità, in conformità ai feedback che il mio corpo ed il mio spirito mi restituiranno dopo questa esperienza nuova.

Vorrei che questo esperimento diventasse un piccolo viaggio nel viaggio più grande che è la mia vita, nell'accezione che le ho attribuito quando oltre 5 anni fa decisi di iniziare questo blog. Un blog che è nato per caso, ispirato da un amore intriso tanto di potenza e carica emotiva, quanto di frustrazione e smarrimento, bruscamente interrotto sul nascere. Una di quelle fiammate improvvise, potenti, l'esplosione dell'ordigno della conquista, che dopo mesi di impegno e investimenti nel coltivare una relazione per via epistolare, ti restituisce l'opportunità di successo che andavi cercando.

"Tutto comincia con una interruzione", scrissi nel titolo del mio primo post su questi schermi, e quella fu la mia "interruzione", violenta, dolorosa come la falce arroventata del tristo mietitore che penetra nel tuo petto, taglia e brucia, taglia e brucia.

Fu come l'esplosione di una supernova che inghiotte tutti i pianeti nel proprio sistema, e prepara il terreno per la nascita di un nuovo microcosmo, di nuova vita, spargendo le polveri cosmiche della distruzione, e al contempo della creazione, nello spazio circostante.

Quel momento ha segnato l'inizio della mia ribellione interiore, ad un lavoro che non mi andava, un capo che non mi valorizzava, agli schemi e ai rituali della società, a tutto quello che per me rappresentava un ostacolo alla mia crescita, affermazione nel mondo e realizzazione personale, spirituale e professionale.

Quel giorno, senza rendermene conto, la vita mi aveva appena dato una delle più grandi lezioni e, come è solita fare, ti insegna le sue massime di saggezza a suono di bastonate sulle palle con un bel bastone fiammante. Quel giorno, ho imparato che da un trauma può nascere una rivoluzione. Dalla perdita, possono scaturire nuove ricchezze, emotive, personali, sociali, professionali, economiche.

Il giorno in cui quella breve ed intensa storia si è interrotta, trascinando in un baratro il mio ego, il mio orgoglio, le mie speranze e quella sensazione di quieta beatitudine che mi pervadeva, quel trauma ha innescato un ciclo di rinascita e rinnovamento. E' come se una parte del Christian che sono oggi sia nata quel giorno. Da quel brusco distacco è nato questo blog, poi ne è scaturita l'iscrizione ad un corso universitario specialistico in Amministrazione, Finanza e Controllo, numerose prese di posizione e numerosi scontri con il mio Dominus (colui che avrebbe dovuto farmi da maestro, da mentore per condurmi nel sentiero della pratica per diventare un Dottore Commercialista), riguardo a ciò che non funzionava, nel rapporto con me, coi clienti, nella qualità dei servizi che erogavamo.

Oggi riflettevo su questo, su quello che accade quando qualcosa viene tolto dalla tua vita, per tua scelta o per scelta altrui, o per cause comunque esterne, e non ho potuto fare a meno di ripensare a come ho reagito ogni volta che ho perso qualcosa, anche la più piccola, in questi anni. E se c'è una costante che ho notato, è che ogni volta che qualcosa si perdeva, questo innescava in me una piccola rivoluzione, nel mio modo di pensare e di agire. Ed ognuna di queste piccole rivoluzioni mi ha condotto a crescere, apprendere nuove conoscenze, sperimentare nuove attività.

Mi piace pensare che anche questo digiuno, privando il mio corpo del nutrimento quotidiano che spesso gli esseri umani danno per scontato nella società odierna, inneschi una rivoluzione, un cambiamento, mi renda fisicamente e caratterialmente più forte, ed in grado di affrontare questa continua battaglia che è la vita. Togliere qualcosa, per dare spazio a qualcosa di più grande.

Ricordo che all'epoca in cui decisi di iscrivermi nuovamente all'università, avevo delle amicizie che al momento erano disfunzionali rispetto alla mia necessità di trovare il mio tempo ed il mio ritmo per studiare e completare il percorso accademico. Dopo un iniziale periodo logorante, decisi di tagliare quei rapporti. Questo ha fatto si che riuscissi a dormire meglio, recuperare tempo prezioso da dedicare allo studio, e a posteriori posso dire che la cosa mi ha ripagato positivamente.

Se è vero, che rimuovere qualcosa lascia spazio per qualcosa di più grande, sacro, utile, è anche vero che è tramite la rimozione del superfluo che emerge la preziosità di ciò che conta davvero. Un po' come fanno i cercatori d'oro quando scendono al torrente, e un poco alla volta setacciano la terra. Mano a mano che quei piccoli sassolini vengono rimossi, emergono sempre di più le piccole pepite.

L'anno scorso gestivo alcuni aspetti della mia attività professionale in modo improduttivo. Lo spreco di tempo su cose non essenziali mi portava spesso a dover sacrificare i weekend rimanendo in ufficio, per riportarmi a pari. Nel momento in cui ho iniziato a ridurre le attività non essenziali che bruciavano il mio tempo, a quel punto anche lavorare nel weekend non è più stato necessario. Divenuto a sua volta inutile ed improduttivo lavorare il weekend ho eliminato anche questo, liberando la domenica per coltivare il rapporto con la mia fidanzata, migliorandolo, e rendendo più speciali i momenti trascorsi insieme.

Credo, anche se questo mio percorso di 7 giorni è appena all'inizio, che affrontare un viaggio duro, e a tratti doloroso come il digiuno, alla fine ti porti alla conclusione che se ti puoi privare per un periodo non così breve come si può pensare di un qualcosa ritenuto essenziale per la vita stessa dalla maggior parte delle persone, allora puoi eliminare senza remore tutto quello che nella tua vita in realtà così essenziale non è.

Come mi sento? Innanzitutto devo dire che stanotte non ho dormito benissimo, ho fatto molta fatica ad addormentarmi. Sono circa 24 ore che non mangio (sto scrivendo alle 14:30 di martedì 6 novembre), e mi sento leggermente stanco. Non so se ciò sia dovuto solo al digiuno o anche al sonno difficile di questa notte. Sento la testa (la parte cervicale del collo, e un po' anche le tempie) pulsare leggermente, ma non ho mal di testa. Dalle ricerche che ho fatto, e dall'esperienza indiretta di un mio conoscente, in teoria il mal di testa dovrebbe sopraggiungere tra il secondo ed il terzo giorno, quindi tra la venticinquesima e la settantaduesima ora. Mano a mano che il corpo, dopo aver consumato per le prime 24 ore tutti gli zuccheri accumulati, inizia dapprima il processo di gluconeogenesi con il quale ricostruisce nuovi zuccheri a partire da pezzi sparsi, e successivamente la distruzione dei lipidi (grassi) a scopo energetico (questo processo si definisce chetosi), il cervello inizia a ricevere molecole derivate dalla distruzione dei grassi, che utilizza per continuare a funzionare regolarmente.

Una cosa interessante che ho notato da subito: uscendo in terrazzo ho sentito l'odore del cibo del ristorante cinese di sotto, e stranamente, non mi ha fatto venire fame o voglia di mangiare. Stamattina invece, ho avuto un leggero senso di fame, a tratti, prontamente spento bevendo acqua, e gli unici momenti in cui sono stato tentato dal cibo sono stati quando una collega ha sbucciato una banana e un'altra ha sgranocchiato dei crostini. Probabilmente a causa della brama di carboidrati che il mio corpo non sente più arrivare con l'alimentazione.

Aggiornamento delle ore 22:00

Il pomeriggio è trascorso abbastanza serenamente, verso sera ho iniziato a sentire una sensazione di sonno, ma credo che oltre alla stanchezza fisiologica dovuta al digiuno anche le poche ore di sonno abbiano influito. Sono rientrato a casa alle 19, e dopo essermi seduto su una poltrona, mi sono subito addormentato. Verso le 20 mi sono svegliato un po' di soprassalto. Guardata l'ora ho cercato di riprendermi in fretta, dato che avevo un appuntamento con una persona. rientrato a casa verso le 22 mi sono preparato per andare a letto e mi sono coricato.

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