lunedì 10 settembre 2018

Cosa desidero dalla vita e qual'è l'eredità che voglio lasciare al mondo


Arriva il momento, nella vita di un essere umano, in cui colui che non è anestetizzato dalle distrazioni e dalla mediocrità del nostro tempo sente il bisogno di chiedersi quale è il suo scopo nel mondo.

Qual è il servizio che voglio rendere al mondo? In che modo voglio sfruttare i miei talenti per servire uno scopo a me superiore? Quale è il prezzo che sono disposto a pagare per il raggiungimento di questo scopo? cosa voglio in cambio dalla vita?

Queste e molte altre sono le domande alle quali ultimamente sto cercando una risposta. Da un po' di tempo ormai ho ricominciato a pensare. Da quando ho riscoperto me stesso all'interno delle pagine di questo piccolo diario personale la mia mente si è liberata definitivamente dalle catene delle illusioni che mi tenevano imprigionato. E' stato come risvegliarsi da un sonno profondo, un po' come quando Neo viene disconnesso da Matrix per la prima volta e vede la verità. O come quando, nella serie Agents of Shield [Spoiler alert!] i protagonisti, imprigionati all'interno di una realtà virtuale in cui l'Hydra governa il mondo, iniziano a rendersi conto che le loro esistenze sono solamente equazioni e programmi guidati da un robot.

Già da parecchio tempo navigavo nelle acque oscure dell'insoddisfazione, chiedendomi se il mio destino fosse quello di rimanere relegato in una gabbia di cemento, circondato da cellulosa e toner, con uno schermo come unica finestra sulla mia stessa realtà, compiendo gesti routinari quasi come un automa, senza uno scopo, una precisa direzione, lasciando che fossero agenti esterni a dettare i tempi, le scadenze, gli obblighi, fornendo servizi che i miei clienti non richiedono spontaneamente e che a loro non portano valore, ma sono semplicemente imposti da questo governo.

Per cinque lunghi anni anche questo blog ha risentito del mio progressivo allontanamento, e io, che come un marinaio navigavo, con una bussola rotta e senza una meta, mi sono trovato presto nella nebbia, abbandonando il mio destino a correnti di cui non conoscevo forza e direzione.

Poi i primi spiragli di luce. Un libro, un video, un corso di formazione, idee nuove e controintuitive si sono fatte strada nella mente, alimentando il pensiero che forse poteva esserci qualcosa di diverso. forse potevo ritornare a governare la mia nave, dirigendola verso un porto preciso. In quel momento vecchi ideali, a cui avevo smesso di credere, si sono fatti nuovamente strada tra i miei pensieri. Dopotutto c'è ancora una possibilità di cambiare qualcosa nell'economia di questo paese, e io posso essere parte di questo cambiamento.

Nonostante io avessi investito anni della mia vita nell'apprendere la tecnica professionale, studiando le leggi fiscali, formandomi, facendo pratica in studi commerciali, e nonostante avessi acquisito anche una certa abilità nel fornire servizi di consulenza fiscale, non riuscivo a esprimermi al meglio, sentivo che non stavo dando il mio solito 100%. Mancava qualcosa, e questo si rifletteva nella qualità dell'output dei servizi che fornivo. Nonostante i miei clienti fossero comunque contenti del mio operato, sentivo che non stavo dando loro qualcosa di standard elevato, adatto al modo in cui a me piace lavorare.

Ho il difetto (o il pregio, non lo so) di puntare all'eccellenza, e di richiedere a me stesso di rispettare standard di servizio estremamente elevati, tanto nel lavoro quanto nei rapporti personali e nella vita di tutti i giorni. Questo a volte è un limite, perché l'eccessivo perfezionismo a volte rallenta le decisioni e l'operatività. Ma l'eccellenza è un faro, un punto di riferimento per me.

Forse proprio per questo ad un certo punto mi sono ricordato che fare il consulente fiscale chiuso in una stanza, occupandomi solo di adempimenti imposti ai clienti dal Fisco italiano non è mai stato il mio vero sogno. Fin da quando ero alle superiori ho sempre visto la professione del Dottore Commercialista come una delle più alte espressioni della capacità dell'uomo di aiutare gli eroi contemporanei (che a mio modo di vedere sono gli imprenditori) a dirigere le loro aziende verso il futuro. Ricordo, quando studiavo economia aziendale e mi occupavo di analisi di bilancio, delle tecniche di misurazione dei costi e di molte altre tecniche di indagine relative all'andamento della gestione di un'azienda, l'estrema passione che cresceva in me pensando a quello che avrei potuto compiere grazie alla padronanza di quelle tecniche.

Avrei potuto essere io stesso un imprenditore, un eroe contemporaneo, e avrei potuto aiutare altri come me a eccellere nella gestione della loro azienda... Ma, e questo lo dico a malincuore, ho dovuto presto ricredermi sulla considerazione che avevo della professione dei Dottori Commercialisti. Inseritomi nel mondo del lavoro  ho dovuto presto comprendere che quella che credevo essere una Elite di illuminati e rinomati consulenti era invece (per la maggior parte, si intende, dato che conosco personalmente Commercialisti veramente Illuminati) un manipolo di topi da ufficio scuri e imbruttiti vittime di adempimenti e scadenze imposti dal Governo, e della poca considerazione dei loro clienti, che spesso danno per scontato (e dal loro punto di vista di non conoscitori della professione avrebbero teoricamente ragione) il tempo che dedichi alle attività quotidiane, e ti pagano di conseguenza dopo tutti gli altri fornitori che "secondo loro" hanno la priorità perché offrono beni o servizi più essenziali.

Questa visione è parecchio lontana dalla figura mitologica che nella mia concezione della Professione doveva essere una sorta di Mago Merlino che faceva da consigliere ai Re Artù contemporanei che sono gli imprenditori, analizzando dati e rielaborandoli, ed utilizzando il pensiero per interpretare i cambiamenti in atto nel mercato, e nell'evoluzione delle aziende per aiutarle a navigare verso il futuro.

Questa piena consapevolezza però non è giunta come una illuminazione. E' stata frutto innanzitutto di un mio personale rifiuto di una realtà che mi stava consumando da dentro, e mi stava trasformando in un'ombra di me stesso. Successivamente questo rifiuto è stato alimentato dall'ispirazione che imprenditori, formatori e consulenti di successo come Frank Merenda e Piernicola De Maria hanno infuso in me. Loro rappresentavano l'ideale di quello che io ho sempre voluto diventare, fin dalla mia adolescenza. Ciò che ha finalmente completato il quadro è stato conoscere Raffaele Tovazzi, ed il suo (anzi, ormai Nostro) movimento Filosofia Esecutiva, di cui sono un orgoglioso sostenitore, che ha contribuito a plasmare definitivamente la mia visione.

Quello che oggi desidero, con tutto me stesso è essere sì un Dottore Commercialista, ma nella forma in cui ho sempre creduto che il Dottore Commercialista dovesse essere. Voglio essere un Illuminato Filosofo Esecutivo nella mia professione, un consulente d'Elite che con il suo talento di saper leggere e interpretare i numeri (che sono da sempre la mia passione) come farebbe un cartomante con i Tarocchi, diventa il Mago Merlino che trova gli imprenditori che vogliono costruire un regno di prosperità per loro e per gli altri, e li aiuta a estrarre le loro spade dalla roccia.

Questa è l'eredità che voglio lasciare al mondo. Contribuire a riformare e riposizionare anche a livello di Marketing, una categoria di Professionisti che dovrebbero essere la massima espressione di quello che il talento di un economista può diventare. I tempi sono maturi, ormai la digitalizzazione sta facendo sì che le attività che prima erano fatte manualmente dai commercialisti vengano gestite in automatico da dei software. Quindi il ruolo dei Dottori Commercialisti si avvicinerà inevitabilmente a quello che ho descritto.

La seconda eredità che voglio lasciare a questo mondo è contribuire a cambiare la forma mentis dei nostri imprenditori, per far sì che abbandonino questa dannosa tendenza a mettere la paura del fisco davanti a tutto, e inizino a preoccuparsi di far prosperare le loro aziende e generare ricchezza con il loro lavoro, e non cercando di eludere la normativa fiscale, pretendendo aiuti esterni.

Cosa desidero in cambio? ce l'ho ben chiaro, e quello che farò in questo momento, sarà scriverlo in un foglio di carta e chiuderlo in una busta che riaprirò soltanto quando sentirò che è il momento di passare il testimone, sperando che per allora, i miei risultati siano pari o superiori alle aspettative che ho oggi.

Quale è il prezzo che sono disposto a pagare per realizzare la mia visione e ottenere quello che mi spetta dalla vita? Il mio personale sacrificio, la mia dedizione anima e corpo alla causa, la rinuncia a tutto quello che non è funzionale al raggiungimento dello scopo. La rinuncia a compagnie nocive che mi fanno perdere tempo e consumano le mie energie. La rinuncia alla banalità e alle frivolezze dei social network. La rinuncia a svaghi legati all'utilizzo della tecnologia, e la dedizione a svaghi che coinvolgano la riscoperta delle emozioni autentiche, dello stare in compagnia con persone che mi ispirano, che mi arricchiscono, o l'emozione autentica che possono dare la musica e l'arte in tutte le sue forme. L'attività un Mago, non può essere portata avanti se la sua mente alberga in un corpo che non è sano. Pertanto un altro prezzo che sono disposto a pagare è quello di dedicare una parte della mia giornata alla cura della mia salute ed all'allenamento, e a seguire un'alimentazione bilanciata che aiuti la mia mente ad essere pronta per ricevere nuovi stimoli e nuova conoscenza.

Questo blog è nato per segnare il percorso che la mia vita prende, con tutte le sue curve, gli incidenti, le fermate, le persone che incontro nel cammino. Per troppo tempo sono rimasto fuori strada. Ora è tempo di riprendere, salire in sella a questa moto, e accelerare verso il mio destino. Sono pronto a ricominciare.

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